venerdì 21 maggio 2010

Concorso internazionale Felicity, una e-mail da Matteo Bovio

DI MARIO ROSALDO


Due giorni fa abbiamo ricevutto questa e-mail dal signor Bovio, con un invito ad un concorso internazionale che potrebbe essere di interesse per il pubblico.


Ciao Mario,

scriviamo per segnalarti l'apertura del concorso internazionale di graphic design, Felicity: Change your city, change your life, che si propone di stimolare le riflessioni sul tema della vita nella società urbana e su come possa essere migliorata.

Rivolto a designer e architetti, Felicity è un’occasione per esprimere, manifestare e immaginare soluzioni artistiche per una città capace di offrire un ambiente positivo ai suoi abitanti.

Le migliori 40 opere entreranno a far parte della rosa dei vincitori e diventeranno protagoniste della mostra Felicity che si terrà a Venezia durante il mese di ottobre 2010.

sabato 8 maggio 2010

Le possibilità della critica contro il discorso dominante

DI MARIO ROSALDO
AGGIORNAMENTO: 3 NOVEMBRE 2017



In ultimo articolo parlavamo di quella ricostruzione retrospettiva che possiamo fare del nostro percorso critico, seguendo le tracce che abbiamo lasciato nel cammino della nostra ricerca. Inoltre parlavamo di questo lavoro come il mezzo che ci porta giusto fino al momento in cui ha luogo la nostra prima riflessione sulla realtà da qualche parte nell'infanzia; riflessione che non sorge mai fuori del pensiero dominante, fuori delle rappresentazione legale e morale dello stato e la religione, ma che gli oppone un punto di vista proprio, benché nel principio sia frammentario e fragile. Ebbene, questo apparente essere dentro e fuori allo stesso tempo nella «realtà» imposta dal discorso ufficiale, sembra succedere solo a quelli la cui attività, o azionare, permette loro di dirigere i sensi sulla forma dell'oggetto stesso, e non veramente sulle parole che lo definiscono o sostituiscono. Tuttavia non è così. Questa ambivalente posizione è condivisa anche dai bambini e dagli adolescenti che prestano molta più attenzione al discorso: alcuni imparano a simulare un immediato adattamento alla realtà discorsiva, proprio perché hanno scoperto nelle fasi iniziali che molte parole, se non tutte, sono solo astrazioni che non corrispondono in alcun modo alla natura e alla società presumibilmente riferite; altri imparano a ribellarsi, o a sfruttare la situazione; le tendenze scettiche, anarchiche ed opportuniste sorgono tra loro.

domenica 31 gennaio 2010

Una e-mail da Gaston Saboulard

DI MARIO ROSALDO


Lunedi scorso abbiamo ricevuto questa e-mail dal signor Saboulard, che pubblichiamo oggi, nella speranza che la possiate trovare interessante e informativa.



Monday 25, January 2010, 01:58 PM

To the responsible of Des Nouvelles sur la generation qui vient,


My name is Gastón Saboulard and I am writing to inform you about ArchMedium, a new project that we just launched with the collaboration of the Architecture School of Barcelona and Polytechnic University of Catalunya.

We organize architecture competitions where only students from any country can participate.

sabato 31 ottobre 2009

Il discorso dominante e le briciole di pane lungo il cammino

DI MARIO ROSALDO
AGGIORNAMENTO: 3 NOVEMBRE 2017



Per molti è assurdo l’impegno di avere un atteggiamento critico verso la vita; a loro parere non c’è nulla di meglio che prendere le cose come vengono, giacché è inutile anche pensare che la realtà può essere cambiata. Tuttavia, ci sono anche persone che hanno un punto di vista completamente opposto. In altre parole, queste persone sono convinte che la realtà non esiste di per sé, ma piuttosto grazie alla partecipazione propositiva dell’individuo; è lui che la costruisce con la sua attività quotidiana, fisica e mentale. Posti davanti queste critiche, i primi sostengono che ogni persona è libera di pensare secondo la sua credenza, che la realtà comunque finisce sempre per imporsi e, per questa causa, non resta niente da fare salvo adattarsi a lei. In questo gruppo sono quelli che hanno sparso l’idea del pluralismo come una relazione equilibrata delle forze del pensiero: in questo tipo di dibattito pluralistico tutti hanno diritto di dire il suo avviso a condizione di non aspirare ad essere migliore rispetto ad altri, a condizione di non insistere per avere la ragione propria rispetto alla realtà, a condizione di non rompere l’ordine imposto dal liberalismo e dal socialismo riformista (presunte non-ideologie). In questa maniera, il pluralismo ufficiale distrugge le contraddizioni nel discorso ed apre illusoriamente un presente ed un futuro di tolleranza; ma in realtà tutto rimane lo stesso: questo tipo di pluralismo non è sufficiente visto che non riusce ad includere la critica radicale, la quale non si contenta con le soluzioni apparenti, la quale insiste sull’effettiva trasformazione della realtà stessa. Questi ultimi quindi denunciano quel pluralismo come una cortina di fumo che occulta la verità, vale a dire, che la società contemporanea si costruisce ancora sulle contraddizioni di classe e, pertanto, sulle contraddizioni del pensiero di sinistra e di destra: che il pluralismo non può essere fondato sull’esclusione dei radicali, nemmeno sotto il pretesto di tolerare solo il punto di vista razionale, empirico o scientifico, giacché questo approccio è discutibile in particolare tra coloro che si sono autonominati pluralistici.

venerdì 17 aprile 2009

L'insufficienza del discorso nell'arte

DI MARIO ROSALDO
AGGIORNAMENTO: 3 NOVEMBRE 2017



Quando Armando Plebe scrive, nel suo piccolo libro sull’espressionismo, che Hofmannsthal aveva già denunciato apertamente ai primi del secolo XX l'insufficienza del discorso con la frase «le parole mi si disfano nella bocca come funghi morbosi»*, non solo ci spiega che prima di questo movimento tedesco almeno un autore simbolista si aveva anticipato al grido ed alla liberazione dell'istinto, dell'inconscio, ma anche ci afferma che l'espressionismo aveva dato una forma particolare a quello che si sapeva già da molto tempo e non si discuteva ad alta voce. Plebe pone l’enfasi sul fatto che l’espressionismo non era un movimento artistico senza radici, senza storia. Comunque, il riferimento a Hofmannsthal, Freud, Husserl e, in generale, al contrasto tra i simbolisti, gli impressionisti e gli espressionisti, suggerisce un approccio classico di tipo determinista chi cerca di spiegare le azioni e le idee individuali soprattutto come prodotti di un fenomeno storico-sociale. Secondo questo approccio, la realtà non è altro che una infinita catena di cause ed effetti la cui origine è essa stessa. Per questa ragione si può dire che Hofmannsthal apparteneva alla sua epoca, che egli era soltanto il portavoce di una generazione ed anche della aristocrazia del suo tempo, ma non si può spiegare perché Hofmannsthal assumeva tale ruolo e non qualsiasi altro autore. Fortunatamente, il detto approccio non ha bisogno di questa spiegazione, li basta sapere che Hofmannsthal difendeva una concezione aristocratica e decadente contro il trionfalismo della borghesia. In questo modo, Plebe insinua sempre una serie di relazioni senza mai fissare un punto di partenza. La realtà si rappresenta come un numero infinito de cerchi concentrici i quali si allontanano indefettibilmente dal storico e dal critico d'arte.